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Massimo Malpezzi, giornalista, fotografo e grafico editoriale ma da sempre artista, inizia a dipingere sin da piccolo osservando suo padre ceramista a Faenza e pittore futurista negli anni 60. Un inevitabile imprinting verso le avanguardie e le sperimentazioni, ma soprattutto influenzato dalla pop art americana – inglese e dai graffitari.

Lentamente sviluppa uno stile che oggi rimane personalissimo alla ricerca dell’ironia e del divertimento.

Fa del materiale plastico, raccolto ovunque, grandi tele dove il personaggio viene scaraventato in primo piano circondato da mille colori, celluloide, poliuretano, brillantini, smeraldi che sapientemente incollati creano stratificazioni sulla superficie della tela dipinta ad acrilico formando fantasmagoriche scene.

La tridimensionalità delle opere lascia di stucco a chi le osserva, sia per l’ironia dei soggetti rivisitati, che per la tecnica assolutamente personale.

Pietrasanta, capitale dell’arte, borgo che ha regalato la città d’onore a Botero, nell’estate 2017, lo consacra con un successo clamoroso, in quell’occasione porta a casa solo poche tele delle tante presentate.

Presso la Corte del Lupo una selezione di 5 opere che siamo certi possano dare agli spettatori un’indicazione chiara della tecnica e dello spirito che muovono questo artista assolutamente originale che firma i propri lavori con lo pseudonimo KOKOKID.